ITINERARIO GIORNALIERO

ARGENTINA ADVENTURE

/Dettaglio tour
Giorno 1 e 2

Arrivo e visita di Buenos Aires

Dopo un lungo viaggio, il nostro aereo finalmente tocca terra a Buenos Aires, la vibrante capitale dell’Argentina. Qui, il primo impatto è un’esplosione di vita: il mix perfetto tra eleganza europea e anima latinoamericana. A seconda del nostro orario di arrivo, potremmo già tuffarci nella scoperta della città, magari passeggiando tra i viali alberati di Palermo o assaporando il primo sorso di un vero mate argentino in uno dei caffè storici della città.
Lasciamo che il ritmo di Buenos Aires ci accolga dolcemente, preparandoci per il giorno successivo, quando entreremo nel cuore pulsante di questa metropoli.

Il giorno successivo ci immergiamo nella vera essenza di Buenos Aires, esplorando i suoi quartieri più iconici e lasciandoci sedurre dalla sua anima vibrante. La Boca, con le sue case colorate e l’aria frizzante della Caminito, ci trasporta in un mondo fatto di arte e tango. Passeggeremo tra le piazze storiche della città, dalla solenne Plaza de Mayo, dove la Casa Rosada veglia sulla storia dell’Argentina, fino al raffinato quartiere di Recoleta, dove riposa l’eterna Evita Perón.

Ci sarà tempo per lasciarsi conquistare dal fascino parigino di San Telmo, con i suoi mercatini d’antiquariato e i locali dall’atmosfera senza tempo. E la sera? Il tango ci chiama! Tra una cena tradizionale a base di asado e un bicchiere di Malbec, potremo assistere a uno spettacolo che incarna tutta la passione di questa terra.

L’Argentina ci ha già conquistati, e siamo solo all’inizio. Domani si vola verso nuove meraviglie!

Giorno 3 e 4

La Patagonia ed il trekking alla Laguna del Los Tres

Lasciamo alle spalle il caos cittadino e voliamo dritti nel cuore della Patagonia! Il nostro aereo atterra a El Calafate, la porta d’accesso a un mondo fatto di ghiacciai, montagne e spazi infiniti. Qui ritiriamo le nostre auto e iniziamo uno dei road trip più spettacolari del mondo.

L’asfalto della Ruta 40 si allunga davanti a noi come un nastro d’argento, mentre il vento patagonico ci accarezza e le Ande iniziano a svelarsi, maestose. Man mano che ci avviciniamo a El Chaltén, la capitale del trekking argentino, la sagoma inconfondibile del Fitz Roy si staglia all’orizzonte, un colosso di roccia che sembra chiamarci. Il viaggio diventa un’esperienza, un dialogo continuo con la natura: laghi turchesi, distese di steppe dorate e guanachi che ci osservano curiosi ai bordi della strada.

Arrivati a El Chaltén, piccolo avamposto di avventurieri, respiriamo l’aria più pura che si possa immaginare. Qui, tutto ruota attorno alla montagna. Riposiamo bene: domani ci aspetta un’esperienza indimenticabile!

Il giorno successivo ci svegliamo presto, il cielo è limpido e la montagna chiama. Oggi esploreremo i sentieri più iconici del Parco Nazionale Los Glaciares, immergendoci in paesaggi mozzafiato che sembrano dipinti. Laguna de los Tres, Laguna Capri, Loma del Pliegue Tumbado… ogni passo ci avvicina di più al gigante Fitz Roy, che svetta sopra di noi con la sua imponenza quasi surreale.

L’escursione è una vera avventura: attraversiamo boschi di lengas, ruscelli cristallini e prati fioriti, mentre il vento patagonico ci ricorda che siamo in una terra di estremi. Chi sceglierà il sentiero per la Laguna de los Tres arriverà a uno dei punti panoramici più belli del pianeta: un anfiteatro naturale di rocce, ghiacciai e acqua color smeraldo, con il Fitz Roy a dominare la scena.

Torniamo a El Chaltén con le gambe stanche ma il cuore pieno di meraviglia. Qui, un meritato brindisi con una birra artigianale patagonica sarà la perfetta chiusura di una giornata epica.

 


Trekking Laguna de los Tres: durata dalle 6 alle 9 ore; altitudine alla fine dell’escursione 1200m slm; pendenza pronunciata con una media del 10-15%, lunghezza circa 20 km

Giorno 5

Il colosso di ghiaccio, Perito Moreno

È ora di salutare El Chaltén e riprendere la strada verso El Calafate. Ancora una volta, il viaggio è parte dell’esperienza: paesaggi sempre diversi, giochi di luce che cambiano in continuazione e quella sensazione di libertà assoluta che solo la Patagonia sa regalare.

Ma la nostra giornata non finisce qui. Il Perito Moreno ci aspetta! Questo gigante di ghiaccio alto 70 metri e lungo 30 km è uno spettacolo che lascia senza fiato. Dalle passerelle panoramiche lo vedremo in tutta la sua maestosità, ascoltando i boati fragorosi dei blocchi di ghiaccio che si staccano e si tuffano nel lago.

Per chi vuole vivere un’esperienza ancora più intensa, ci sono diverse attività opzionali:
🔹 Mini-trekking sul ghiacciaio – un’avventura da esploratori, camminando con i ramponi tra crepacci e grotte di ghiaccio azzurro.
🔹 Navigazione in barca – per ammirare il fronte del ghiacciaio da vicino, con una prospettiva unica.

Qualunque sia la scelta, oggi ci portiamo via uno dei panorami più incredibili della nostra vita.

La Patagonia ci ha già rapiti… e il viaggio è ancora lungo!

Giorno 6 e 7

Rotta verso il Cile e trekking al parco naturale Torres del Paine

Oggi la nostra avventura prosegue verso Puerto Natales, la porta d’ingresso al mitico Parco Nazionale Torres del Paine. Ma, ancora una volta, il viaggio è molto più di un semplice trasferimento: la strada da El Calafate a Puerto Natales è un’esperienza a sé, un susseguirsi di paesaggi sconfinati, cieli infiniti e natura selvaggia.

Attraversiamo l’immensa steppa patagonica, un territorio che sembra appartenere solo al vento e agli animali: guanachi che corrono liberi, condor che planano alti nel cielo e, se saremo fortunati, potremmo persino avvistare qualche timido nandu, il cugino sudamericano dello struzzo. Le soste fotografiche saranno d’obbligo, perché qui ogni curva regala una cartolina diversa: laghi color zaffiro, montagne all’orizzonte e l’incredibile sensazione di essere nel nulla più assoluto.

Dopo il confine con il Cile, la strada ci porta verso le prime vedute delle Torres del Paine. Quando finalmente raggiungiamo Puerto Natales, ci troviamo di fronte a una cittadina dall’atmosfera magica: piccola, accogliente, circondata da montagne e affacciata sul Fiordo Última Esperanza, un nome che sa di leggenda.
Avremo del tempo per rilassarci e scoprire il fascino di questa cittadina di frontiera.
Tra le opzioni:
– Passeggiata sul lungomare, con vista sulle montagne che si riflettono nel fiordo. Il vento qui soffia forte, ma il paesaggio è ipnotico.
Cueva del Milodón: un’enorme grotta dove sono stati ritrovati i resti di un misterioso animale preistorico, il Milodón. Una vera immersione nel passato remoto della Patagonia!
–  Un assaggio della cucina cilena, magari con una zuppa di granchio (centolla) o un buon pisco sour in un locale caratteristico.
Questa sera andiamo a dormire presto: domani ci aspetta uno dei trekking più epici del mondo.

Il giorno successivo è quello che tutti aspettavamo: l’esplorazione del Parco Nazionale Torres del Paine. Questo è il cuore selvaggio della Patagonia cilena, un luogo dove la natura si mostra in tutta la sua potenza e bellezza.

Di buon mattino ci mettiamo in marcia, pronti a scoprire paesaggi che sembrano usciti da un sogno. Il trekking più iconico è quello che ci porterà fino al Mirador Base Torres, un’avventura intensa che ci premierà con una vista impareggiabile sulle tre torri di granito che si ergono maestose contro il cielo.

Il sentiero ci guida attraverso vallate verdeggianti, fiumi impetuosi e laghi turchesi, mentre il vento patagonico ci ricorda che siamo in una terra indomita. L’ultima parte dell’ascesa è una sfida, con un tratto ripido su roccia, ma quando finalmente raggiungiamo il mirador… la fatica svanisce di colpo. Davanti a noi, le tre cime svettano imponenti, riflesse nell’acqua color smeraldo della laguna ai loro piedi. È uno di quei momenti in cui il mondo sembra fermarsi.

Dopo una giornata di immersione totale nella natura più selvaggia, rientriamo a Puerto Natales, stanchi ma con negli occhi immagini che non dimenticheremo mai.

Domani ci aspetta una nuova tappa del nostro viaggio… ma questa giornata rimarrà per sempre nel cuore.

 


Trekking Base Torres: durata dalle 7 alle 9 ore; altitudine alla fine dell’escursione 875m slm; pendenza  pronunciata, lunghezza: 19 km

Giorno 8

Trasferimento fino alla fine del Mondo: Ushuaia arriviamo!

Dopo giorni di panorami sconfinati e trekking epici, oggi è il momento di riprendere la strada e spostarci verso il confine del mondo conosciuto. Lasciamo Puerto Natales con negli occhi le montagne imponenti e i fiordi silenziosi, diretti nuovamente a El Calafate, dove ci attende il volo per la nostra prossima destinazione: Ushuaia, la città più australe del pianeta.

Il viaggio in auto sarà l’occasione per godere un’ultima volta dei paesaggi mozzafiato della Patagonia, con qualche sosta per immortalare gli ultimi scorci di questa terra selvaggia e inospitale, e magari avvistare ancora qualche guanaco che attraversa la strada con la sua solita indifferenza.

Dopo il volo, nel tardo pomeriggio atterriamo a Ushuaia, la città che più di tutte evoca un senso di avventura estrema. Qui, tutto sembra avere un’aura speciale: siamo sul confine tra la civiltà e l’ignoto, l’ultima città prima dell’Antartide. Un luogo dove il vento soffia forte, il mare è scuro e imprevedibile, e le montagne scendono a picco sull’oceano.

Appena arrivati, sarà impossibile non sentire quel brivido di eccitazione: Ushuaia è il porto dei grandi esploratori, dei marinai che sognano le traversate drammatiche di Capo Horn, dei viaggiatori che si spingono sempre un po’ più in là.

La serata sarà il nostro primo assaggio di questa terra ai confini del mondo. Potremo passeggiare lungo il Canale di Beagle, dove le luci della città si riflettono sulle acque gelide, e gustare una cena a base di centolla, il famoso granchio gigante della Terra del Fuoco, perfetto per concludere questa giornata di viaggio con il sapore della vera fine del mondo.

E domani, la grande avventura continua!

Giorno 9 e 10

La Terra del Fuego ed il Canale di Beagle

Oggi ci aspetta un viaggio nel cuore di una terra leggendaria, la Terra del Fuoco, un nome che evoca avventure estreme e paesaggi indomiti. E quale modo migliore per iniziare se non a bordo di un treno storico?

Saliamo sul Tren del Fin del Mundo, l’ultimo superstite della ferrovia utilizzata dai detenuti dell’antica colonia penale di Ushuaia. Mentre il piccolo convoglio avanza lentamente tra foreste, montagne e torbiere, ci rendiamo conto di essere davvero ai confini del mondo, in un luogo dove la natura detta ancora le sue regole. Il panorama fuori dal finestrino sembra quello di un’altra epoca: alberi contorti dal vento, fiumi cristallini e una pace assoluta interrotta solo dal suono della locomotiva.

Arrivati nel Parco Nazionale della Terra del Fuoco, ci immergiamo in un paesaggio che alterna foreste di lenga, baie silenziose e laghi color smeraldo. Qui, la Patagonia mostra il suo lato più estremo e affascinante. Cammineremo lungo i sentieri che costeggiano il Canale di Beagle, tra scorci spettacolari e la possibilità di avvistare volpi, castori e cormorani, fino a raggiungere la Bahía Lapataia, il punto esatto in cui finisce la mitica Ruta 3, l’ultima strada prima dell’Antartide.

Qui si respira un’atmosfera unica: siamo ufficialmente alla fine del mondo, dove ogni cosa sembra sospesa tra cielo, terra e oceano.

Dopo una giornata immersi nella natura più pura, rientriamo a Ushuaia con il cuore pieno di meraviglia e una nuova consapevolezza: da qui in avanti c’è solo l’oceano e l’infinito.

Il giorno successivo il nostro viaggio prende il largo.
Salpiamo per un’avventura straordinaria nel leggendario Canale di Beagle, le acque che separano la Terra del Fuoco dalle isole più remote dell’Argentina e del Cile. Un luogo mitico, battuto dai venti e solcato da navi di esploratori, pescatori e marinai diretti verso l’Antartide.

Mentre la barca scivola sulle acque gelide, il panorama è spettacolare e in continua trasformazione. Superiamo isolotti rocciosi popolati da colonie di leoni marini, mentre sopra di noi i cormorani si lanciano in volo sfiorando le onde. E poi eccolo, il Faro Les Éclaireurs, conosciuto come il “Faro della Fine del Mondo” (anche se quello di Verne era un altro). Isolato e battuto dal vento, è uno dei simboli più iconici di Ushuaia, una sentinella rossa e bianca che veglia sulle acque tumultuose del Beagle.

Ma l’avventura non finisce qui. Sbarchiamo a Isla Bridges, un piccolo gioiello naturale, e iniziamo un trekking che ci permetterà di toccare con mano la storia di queste terre lontane. Qui, tra muschi, licheni e il profumo di salsedine, troveremo antiche conchiglie e tracce della presenza dei nativi Yamana, il popolo che per secoli ha vissuto in simbiosi con il mare.

Dopo una giornata così intensa, il rientro a Ushuaia sarà il momento perfetto per assaporare un bicchiere di vino e lasciarsi avvolgere da quella sensazione unica di essere davvero ai confini del mondo.

Domani, l’ultima tappa del nostro viaggio inizia… ma la magia dell’Argentina non ci lascerà mai.

 

Giorno 11

Ritorno a Buenos Aires

Dopo aver vissuto giorni di pura avventura tra le terre più remote della Patagonia, questa mattina ci concediamo un ultimo sguardo su Ushuaia, prima di salutare la città più australe del mondo.
Ma prima di partire, c’è ancora tempo per un’ultima esperienza!

Se il meteo è dalla nostra parte e vogliamo sfruttare le ultime ore in Terra del Fuoco, possiamo fare una passeggiata fino al mirador del Monte Susana, un facile trekking con vista spettacolare sulla città e sul Canale di Beagle. Oppure, per un’ultima immersione nella storia e nelle leggende di Ushuaia, una visita al Museo del Presidio ci porterà indietro nel tempo, facendoci scoprire i racconti dei detenuti che venivano mandati qui, ai confini del mondo.

Dopo questa breve ma intensa ultima esplorazione, nel pomeriggio prendiamo il volo che ci riporta a Buenos Aires, dove potremo goderci un’ultima serata nella capitale argentina.
 Un’idea perfetta? Un aperitivo al tramonto sui rooftop di Palermo o Recoleta, per brindare a questo viaggio incredibile con una vista mozzafiato sulla metropoli illuminata.

Questa notte dormiamo nella capitale, ma la testa è ancora piena delle immagini della Patagonia, delle montagne imponenti e del vento della Terra del Fuoco.

Il viaggio sta per finire… ma i ricordi resteranno per sempre. 

Giorno 12

Ritorno in Italia: il viaggio finisce, ma l’Argentina resta dentro di noi

Ed eccoci qui, all’ultimo giorno di questa avventura straordinaria. Ogni viaggio ha una fine, ma alcuni luoghi lasciano un segno profondo, e l’Argentina è uno di quelli.

Dai grattacieli scintillanti di Buenos Aires alle strade polverose della Patagonia, dalle vette del Fitz Roy ai ghiacci eterni del Perito Moreno, dai venti gelidi di Ushuaia alle acque infinite del Canale di Beagle… ogni paesaggio, ogni incontro, ogni emozione ha lasciato una traccia indelebile.

Abbiamo attraversato terre selvagge, camminato fino all’orizzonte, respirato l’aria pungente della fine del mondo. Abbiamo assaporato il gusto intenso della carne argentina, sorseggiato Malbec davanti a panorami infiniti, ascoltato il suono profondo del tango, sentito sulla pelle il respiro impetuoso della Patagonia.

E ora? Ora è il momento di tornare a casa, con le valigie più leggere ma il cuore più pieno.

Mentre il volo decolla da Buenos Aires, c’è un momento di silenzio. Guardiamo giù, la città che si allontana, la terra che si fa sempre più piccola sotto di noi… e sappiamo che, in qualche modo, una parte di noi rimarrà sempre qui.

Ma se non siamo ancora pronti a chiudere questo capitolo, c’è un’ultima grande meraviglia da scoprire: le Cascate di Iguazú, un’estensione perfetta per chi vuole terminare il viaggio con un’esperienza ancora più incredibile. Uno spettacolo della natura che va oltre ogni immaginazione, dove l’acqua si tuffa con una potenza indescrivibile in una giungla rigogliosa.
 Leggi il programma dell’estensione facoltativa.

Chi vorrà, potrà affidarsi a noi per prolungare il sogno e vivere anche questa esperienza, prima di salutare definitivamente l’Argentina.

Perché certi viaggi non finiscono mai davvero